COP21 e un'ambiziosa azione per il clima per fermare il riscaldamento globale

In attesa del COP21 e di un’ambiziosa azione per il clima

Lunedì 30 novembre 2015 i leader mondiali si riuniranno a Parigi per la 21° Conferenza delle Parti. L’obiettivo della COP21 è quello di raggiungere un accordo universale sul clima, che miri a mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C.

Mark Kenber, CEO di “The Climate Group”, a proposito dell’imminente evento mostra segni di ottimismo, sottolineando come ci troviamo in una posizione decisamente migliore rispetto a quella in cui eravamo alla vigilia del COP15 nel 2009 a Copenhagen, in cui si è cercato di raggiungere un accordo che potesse succedere al Protocollo di Kyoto.

E sembra che Kenber abbia ragione visto che ad oggi già 158 stati, rappresentanti l’88% della popolazione mondiale e quasi il 90% delle emissioni di gas serra, hanno sottoscritto i loro INDC. Gli “Intended Nationally Determined Contributions” sono gli impegni volontari, non vincolati al risultato del COP21, che i singoli Paesi assumono per ridurre le emissioni di gas a effetto serra.

Lo scorso settembre, in occasione dell’ultimo Consiglio Ambiente, l’Unione Europea ha ribadito la necessità che l’accordo di Parigi sia ambizioso e vincolante. All’Europa fa eco la Cina, attraverso il proprio capo negoziatore per il clima, Xie Zhenhua, che spinge per un accordo forte, ambizioso e vincolante. Non solo. Zhenhua sottolinea inoltre la necessità che i Paesi più ricchi facciano la loro parte nel piano da 100 miliardi USD per sostenere i Paesi in via di sviluppo nel loro processo di riduzione delle emissioni.

L’UNFCCC ha recentemente pubblicato un nuovo report dal titolo Climate Action Now. Summary for Policymakers 2015, nel quale viene evidenziata la priorità di sviluppare un’economia a bassa emissione di anidride carbonica al fine di mantenere il riscaldamento globale al di sotto dei 2 °C. Secondo l’UNFCCC è fondamentale che vi sia un’azione combinata tra i Governi e gli altri attori coinvolti (investitori, aziende, ONG) per sviluppare tecnologie e politiche atte a favorire la riduzione delle emissioni.

Molte importanti iniziative sono state avviate fino ad oggi nel mondo, ma molto altro rimane ancora da fare.

L’UNFCCC chiede ad esempio un aumento degli investimenti “low carbon”, evidenziando i benefici aggiuntivi che ne deriverebbero, quali una maggior sicurezza energetica, un maggior accesso all’energia (va infatti ricordato che oggi nel mondo circa 1,3 miliardi di persone non hanno accesso all’elettricità) e un generale miglioramento della salute delle persone.

Tra le principali soluzioni per raggiungere un’economia a basse emissioni vi sono sicuramente le energie rinnovabili, un settore che, non considerando l’energia idroelettrica, ha prodotto nel 2014 il 9% dell’elettricità totale, con un aumento degli investimenti del 500% rispetto al 2004. Questa richiesta di potenziamento delle energie rinnovabili viene anche dal WBCSD (World Business Council for Sustainable Development), attraverso un report in cui sedici importanti aziende auspicano un raddoppiamento dell’impiego di energie rinnovabili entro il 2025. Il report sottolinea come un maggior impiego delle rinnovabili favorirebbe il raggiungimento del traguardo “due gradi” e, inoltre, mira a dimostrare che le energie rinnovabili sono una soluzione fattibile, competitiva ed economicamente percorribile.

Per conoscere gli sviluppi circa decabornizzazione e azione per il clima non resta quindi che attendere la 21° Conferenza delle Parti.

Per saperne di più:

http://www.theclimategroup.org/what-we-do/news-and-blogs/paris-is-just-the-beginning-mark-kenber/

http://www.theclimategroup.org/what-we-do/news-and-blogs/china-wants-a-powerful-ambitious-and-legally-binding-deal-in-paris/

http://www.theclimategroup.org/what-we-do/news-and-blogs/unfccc-calls-for-climate-action-now-new-report/

http://www.theclimategroup.org/what-we-do/news-and-blogs/leading-companies-call-to-double-renewable-energy-in-10-years-wbcsd-report/